N. 19750 di repertorio notarile.
Verbale Per pubblicazione e deposito di testamento olografo Vittorio Emanuele III.
Per grazia di Dio e per volontà della nazione Re d’Italia e d’Albania Imperatore di Etiopia.
L’anno 1941 (millenovecentoquarantuno) XIX oggi 8 (otto) del mese di luglio, in Lendinara in una stanza al piano terra della casa in Via G.B.Conti al civico n. 8 – alle ore 15 e quindici – innanzi a me Laurenti Dott. Cav. Cesare fu cav. Girolamo, il notaio inscritto nel ruolo del Collegio Notarile di Rovigo, qui residente, assistito dai signori:
M.to Reverendo Prof. Cav. Don Pietro Socal fu Demetrio nato a Venezia residente a Lendinara sacerdote,
ed Olivo Angelo fu Giacomino nato e domiciliato a Ramodipalo di Lendinara agente di assicurazione
testimoni idonei come essi affermano vi è personalmente costituita la signora Gherardini Merdedes del Dott. Prof. Amedeo coniugata col Signor Alberto Mario Gasperini nata a Firenze, domiciliata a Roma Via Clisiotto, 9 civile della cui identità personale io notaio sono certo, maggiore d’età,sui juris, la quale avendo interesse nella successione del Dott. Brunetto Boldrini fu Giacomo, mi fa richiesta verbale per il deposito e pubblicazione del testamento olografo di lui e mi esibisce estratto per riassunto dell’atto di morte rilasciato dall’Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Lendinara , che al presente allego tab. A,
dal quale risulta che il nominato Boldrini Dott. Brunetto fu Giacomo è deceduto in questo Comune alle ore tre e venticinque di oggi otto del mese di luglio 1941 (quarantuno), celibe.
Al tale scopo Essa richiedente – alla presenza continua e contemporanea di summenzionati testimoni, consegna a me Notaio il testamento olografo del predetto defunto, scritto e sottoscritto da mano apparentemente identica, sopra tre fogli di carta uso bollo, uno dentro l’altro, ed uniti insieme da uno spago passato nello schienale dei fogli stessi con due punti doppi e due nodi, ed i cui capi estremi sono fermati nella facciata posteriore del primo foglio mediante un bollo di ceralacca rossa con l’impronta delle lettere B – B.
La scheda testamentaria occupa colla scrittura le intere prima e seconda pagina del capofoglio, le intere otto pagine dei due fogli intermedi, nonché parte della terza pagina del capofoglio, per otto linee scritte ivi comprese la firma del testatore e la data.
Nell’ordine dei fogli ogni pagina occupata dalla scheda è stata numerata nel bordo inferiore dal testatore, il quale ha apposta la sua firma in margine ad ogni facciata scritta ed al termine della scheda; datando in margine i due fogli interni, mentre il copofoglio porta la data al principio e al termine della scheda.
La scheda testamentaria è scritta con carattere nitido e facilmente leggibile, in essa non si riscontrano postille, solo si avverte degno di rilievo quanto espresso:
linee sesta e settima la parola: “piccola” è stata sovrapposta alla parola biblioteca ivi cancellata;
a pagina settima linee diciottesima e diciannovesima è stata abrogata con un tratto di penna la frase:
“nel mandamento di Lendinara” a pagina ottava linea ventitreesima le cifre “50” del numero “50.000” sono state sovrapposte alla parola “circa” ivi cancellata.
a pagina nona linea settima la parola: “colonnine” appare ritoccata.
La prima pagina della scheda testamentaria (capofoglio) comincia colla data: “Lendinara 11 (undici) gennaio 1932 (millenovecentotrentadue) e termina colle parole: “dispongo fin d’ora che”; la seconda pagina comincia colle parole: “l’asse ereditario venga devoluto” e termina colla frase :
” e che sarà intitolata:” la terza pagina comincia colle parole: “La Casa del povero – Fondazione Dottor ” e termina colle parole: “le maggiori economie sulle spese di enormi”.
La pagina quarta comincia colle parole: ” nistrazione al fine di lasciare il più largo margine ” e termina colle parole: “che si trovano nella prima stanza.
La pagina quinta comincia colle parole: “terrena a.sinistra dell’entrata e termina colle parole: “di concezione e di estetica per la più parte;” .
La pagina sesta comincia colle parole: “Dovranno inoltre i preposti” e termina colle parole.D. promuovere conferenze culturali e concerti.
La pagina settima comincia colle parole: “che potranno tenersi” e termina con le parole:
“La Direzione ed Amministrazione dell’Ente.”
La pagina ottava comincia colle parole: “spetterà unicamente” e termina colla frase:
“entro sei anni dal mio decesso”. La pagina nona comincia colle parole:
“Faccio obbligo alla mia erede” e termina colle parole: “I miei funerali siano semplici.
La pagina decima comincia colle parole:
“Al parroco della chiesa di S.Sofia” e termina colle parole: “sia i vari fittavoli”.
La pagina undicesima comincia colle parole:
“d’oggi se, al momento del mio decesso” e termina colla firma del testatore: “Dottor Brunetto Boldrini fu Giacomo” e con la data: “Lendinara 11 (undici) Gennaio 1932 (millenovecentotrentadue).
La scheda testamentaria viene ora qui trascritta nel suo preciso tenore:
Pagina prima “Lendinara 11 (undici) Gennaio 1932 (millenovecentotrentadue) “invocato il nome di Dio, e dei miei Santi protettori, io sottoscritto, sano di mente e di corpo, scrivo di tutto mio pugno, il mio TESTAMENTO .
Dichiaro di voler morire nella religione cattolica, apostolica, romana, che fu la fede dei miei padri, e che io ho sempre conservata nel fondo del mio cuore, e prego Dio che, nella sua infinita misericordia, mi perdoni i miei peccati, e dia pace all’anima mia.
Nomino erede universale dell’intera mia sostanza mobiliare ed immobiliare (la quale verrà diminuita dai legati che più oltre specifico) l’Amatissima Mercedes Gherardini, figlia di Amedeo, professore al Liceo artistico di Firenze, e di Gilda Pavanello, mia cugina. Nel caso, quasi imprevedibile, ma purtroppo possibile, che Ella decedesse prima di me, lascio eredi, se Ella sia maritata, i suoi figli.
Se invece Ella fosse maritata, ma senza figli, oppure ancora nubile, ed in tale stato decedesse prima di me, ed io mi trovassi nella impossibilità materiale o morale di modificare le presenti mie disposizioni testamentarie, dispongo fin d’ora che
Pagina seconda l’asse ereditario venga devoluto alle due Istituzioni che più innanzi descrivo:
lascio piena libertà alla mia erede universale di scegliere la forma di pagamento di tutti i legati con denaro liquido o con immobili, oppure con parte di liquido e parte di immobili, come Ella crederà più opportuno.
Nomino mio esecutore testamentario il mio carissimo amico Comm. Avv. Adamo Pelà fu Marino, di Lendinara.
Ove questi, all’apertura del presente testamento, fosse già deceduto, nomino esecutrice testamentaria la stessa mia erede universale sopradetta Mercedes Gherardini, figlia del Prof. Amedeo e di Pavanello Gilda.
Al mio esecutore testamentario fo obbligo tassativo di adempiere a quanto qui sotto enuncio:
lascio al Comune di Lendinara un legato di Lire 700.000 (dico italiane lire settecentomila) mediante immobili per un valore equivalente o in denaro liquido, o in forma mista, come piacerà alla mia erede universale, affinché il Comune stesso di Lendinara debba fondare una istituzione, che dovrà venire eretta in Ente Morale autonomo, e che sarà intitolata:
Pagina terza
La Casa del povero – Fondazione Dottor Brunetto Boldrini fu Giacomo”.
Questa Istituzione deve avere lo scopo di venire in soccorso dei poveri del Comune di Lendinara mediante somministrazione di vitto, combustibile, e oggetti di vestiario e per letto.
Mediante apposita cucina che funzionerà tutto l’anno, ma più , come è naturale, d’inverno, verrà dato a ciascun povero un pasto giornaliero costituito da minestra, un po’ di vivanda, pane e un po’ di vino.
A famiglie povere verrà fornito combustibile di legna o carbone, e oggetti di vestiario, coperte, lenzuola, e simili, con speciale riguardo ai più bisognosi e ai più carichi di famiglia. Ogni altra forma di soccorso, dopo questi principali, potrà essere presa dai preposti, secondo le possibilità finanziarie, in considerazione, ed eseguita. Presiederanno questa Istituzione il Capo dell’Amministrazione Comunale di Lendinara, il Parroco di Santa Sofia, il Parroco di San Biagio, e, di diritto, la mia erede, o un suo rappresentante.
A queste persone affido la saggia ed equa amministrazione dell’Istituzione, consigliando fin d’ora che si facciano le maggiori economie sulle spese di amministrazione,
Pagina quarta
al fine di lasciare il più largo margine di beneficio reale ai poveri.
Questa “Casa del povero Fondazione Dottor Brunetto Boldrini,” troverà sede in apposito fabbricato, isolato da altri fabbricati contigui, che verrà acquistato e convenientemente ridotto allo scopo, a meno che i preposti non ritengano più opportuno costruire un fabbricato nuovo. Il fabbricato non dovrà assorbire più di £. 75.000 (dico italiane lire settantacinquemila) del legato.
Lascio al Comune di Lendinara un altro legato di £. 700.000 (dico italiane settecentomila) più la mia casa con giardino e fabbricati adiacenti, situati in Lendinara in Via Gio:
Batta Conti, civico N° 8, affinché il Comune stesso debba fondare una Istituzione, che dovrà venire eretta in Ente Morale autonoma, e che sarà intitolata:” Accademia Boldrini Fondazione del Dottor Brunetto Boldrini fu Giacomo” e che avrà sede appunto nella casa sopradetta. Tutto quanto il mobilio, e quant’altro non sia immobile per destinazione, apparterrà alla mia erede Mercedes Gherardini, eccettuato le quattro cassapanche e il lume della sala terrena, e tutti i mobili, e libri che si trovano nella prima stanza
Pagina quinta
terrena a sinistra dell’entrata, attualmente mia biblioteca, che resteranno all’Accademia.
Scopo dell’Accademia sarà:
A – Assegnare per concorso N. 5 borse di studio da £. 4.000 (dico italiane lire quattromila) ciascuna, ogni anno, ad altrettanti giovani che per intelligenza, attività, e buona condotta ne siano ritenuti meritevoli, e che aspirino a seguire corsi di studi, in qualsiasi ramo dello scibile. Qualora non si collocassero tutte o talune delle cinque borse di studio, giuridicamente tutti o taluno dei concorrenti non meritevoli, le somme residuate andranno ad incrementare il fondo per l’avvenire, destinato a tale scopo.
Le borse di studio saranno riservate a giovani nati nel Comune di Lendinara. Se fra questi giovani nati nel Comune di Lendinara non si trovasse di collocare tutte o talune delle cinque borse, si ammetteranno giovani nati nel Mandamento di Lendinara.
Dovranno i preposti tenere in molta considerazione i giovani che aspirino a studi di edilizia e di architettura.
Ciò perché Lendinara oggi ha urgente necessità di migliorare i suoi edifici, così deficienti di concezione e di estetica, per la più parte.
Pagina sesta
Dovranno inoltre i preposti tenere in molta considerazione i giovani che aspirino a coltivare le scienze e le arti agrarie, e affini: perché eminentemente agricolo è il nostro paese, e dall’agricoltura attende le sue maggiori fortune l’Italia.
B – Conservare ed ampliare la presente mia piccola biblioteca, arricchendola di nuovi libri e mantenendola al corrente degli studi con un conveniente numero di riviste italiane e straniere.
Esprimo un voto: che il Comune di Lendinara trasporti la sua biblioteca nelle sale e nelle camere al primo piano della mia casa. Ivi troverebbe più degna ed ampia sede della attuale, miglior tutela e conservazione, e offrirebbe migliori comodità agli studiosi.
La biblioteca sarà aperta agli studiosi Lendinaresi e forestieri.
C – Pubblicare periodicamente un bollettino che s’intitolerà “Archivio dell’Accademia Boldrini” in cui troveranno luogo studi di varia letteratura, appunti scientifici e artistici, e particolarmente memorie storiche locali e regionali, accettati dall’Accademia.
Questa Pubblicazione si farà compatibilmente ai mezzi.
D – Promuovere conferenze culturali e concerti
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che potranno tenersi nella sala superiore della mia casa.
L’Accademia sarà composta di sette membri, i quali potranno nominare dei membri corrispondenti fuori di Lendinara. Questi sette accademici saranno nominati, la prima volta , da una Commissione composta dal Capo della Amministrazione del Comune di Lendinara, dal Provveditore agli studi, dal Direttore o Preside del maggiore Istituto d’Istruzione di Lendinara, dal Preside del R. Liceo di Rovigo, dal Preside dell’Istituto Tecnico di Rovigo, dal Parroco di S. Sofia, e di diritto, dalla mia erede, o di un suo rappresentante.
Essi saranno scelti tra le persone più stimate per integrità di costumi, cultura, pubblicazioni, titoli di studio, abitanti nel Comune di Lendinara, nel Mandamento di Lendinara, ed eventualmente nella Provincia di Rovigo, preferire i nati in questi luoghi. Essi saranno sempre in numero di sette, e, successivamente provvederanno essi stessi alla sostituzione dei posti vacanti, chiamando persone fornite di qualità come sopra dissi.
La Direzione e Amministrazione dell’Ente.
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Spetterà unicamente al Corpo Accademico che nominerà nel suo seno il Presidente, il Segretario, bibliotecario.
Coadiuverà nell’Amministrazione un contabile economo stipendiato.
Per l’adempimento dell’obbligo imposto alla mia erede circa i due legati “Casa del povero” e “Accademia Boldrini” do facoltà alla mia erede stessa di soddisfare a quest’obbligo entro il periodo di tre anni dalla mia morte.
Lascio a Olga Gherardini in Mastropierro, sorella della mia erede Mercedes Gherardini, lire 50.000 = (dico italiane lire cinquantamila) e le abbuono il debito che Ella ha oggi verso di me, di lire 45.000 (quarantacinquemila) da me imprestatele, qualora non fosse già estinto.
Lascio a Olga Monti, figlia del Dr: Alfredo e di Pavanello Ines, mia cugina, lire 50.000= (dico italiane lire cinquantamila).
Lascio a Sara Monti, sorella della precedente, lire 50.000 (dico italiane lire cinquantamila).
Lascio a Zerbini Avv. Antonio, figlio dell’Ing. Pietro e di Celassia Zoppellari, mia cugina, lire 50.000(dico italiane lire cinquantamila).
Questi quattro legati saranno soddisfatti dalla mia erede entro sei anni dal mio decesso.
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Faccio obbligo alla mia erede di costruire nel Cimitero di Lendinara una Cappella (ove io non avessi provveduto precedentemente) in cui trovino luogo tre sarcofaghi in sasso , sopraterra, per contenere le salme di mio padre e di mia madre (levandole dalla presente tomba di famiglia) e la mia: un altare con un piano e quattro colonnine in sasso: un crocifisso e quattro candelieri in ferro, due banchi per i fedeli. Il fabbricato, dentro e fuori, in stile del trecento, semplicissimo.
Il coperto sarà di cemento armato, ma internamente avrà un rivestimento in legno, simulando un soffitto trecentesco.
Il pavimento sarà in cotto.
La costruzione sarà solida con muri di tre teste.
Si aprirà una finestra di stile trecentesco, dietro l’altare, con vetrata in carattere.
Una porta solida, trecentesca. La spesa totale di questa cappella non dovrà superare le £. 75.000 (dico italiane lire settantacinquemila).
Sarà costruita dalla mia erede entro tre anni dal mio decesso.
Per la manutenzione di detta cappella assegno £. 10.000 (dico italiane lire diecimila) colla cui rendita (cioè £ .500= annue) si soddisferà all’intento. I miei funerali siano semplici.
Pagina decima
Al Parroco della Chiesa di S.Sofia, mia parrocchia, lascio £. 10.000 (dico italiane lire diecimila) perché col corrispettivo reddito (cioè £. 500 annue) siano celebrate altrettante messe per il riposo dell’anima mia e dei miei genitori, ogni anno. Di queste messe, dodici saranno celebrate ogni anno nella cappella di famiglia, e cioè una messa per ogni mese; e altre tre messe saranno ivi pure celebrate nei tre anniversari della morte mia, di mio padre, e di mia madre, ogni anno.
Per le rimanenti messe, do piena facoltà al Parroco di S. Sofia di celebrare o di farle celebrare nei modi che crederà, ogni anno.
Lascio ai poveri del Comune di Lendinara lire 10.000 (dico italiane lire diecimila), da erogarsi, subito dopo il mio decesso, dalla mia erede. All’Avv. Comm. Adamo Pelà verrà offerto dalla mia erede un quadro a olio, quello che la mia erede crederà di scegliere tra i quadri oggi esistenti nella mia casa, in memoria della nostra amicizia.
Raccomando alla mia erede di beneficiare, quando e come meglio creda, sia il mio ex gastaldo Saturno Cavaliere di Sebastiano, ove si trovi ancora alle mie dipendenze, sia i vari fittavoli.
Pagina undicesima
D’oggi se, al momento del mio decesso, saranno ancora miei fittavoli e avranno dato prova di onestà continuata.
Questa è la mia precisa volontà, che dovrà essere osservata da tutti, dovunque e sempre.
Dr. Brunetto Boldrini fu Giacomo – Lendinara 11 (undici) Gennaio 1932 (millenovecentotrentadue).
La sopratrascritta scheda testamentaria vidimata a forma di legge dalla richiedente, dai testi e da me Notaio viene allegata al presente verbale sotto la lettera B. per la perpetua sua custodia e perché abbia a darne copia a richiesta di chiunque.
La richiedente mi denuncia in italiane lire 6.000.000.= (seimilioni) il valore della sostanza abbandonata dal De cuius.1)a pagina 5^ linea ventesima si abroga la parola interlineata; 2)a pagina sesta linea 23^ al segno aggiungasi: “pagina seconda”.
Due postille lette e approvate.
Degli Allegati A e B e di questo Verbale io Notaio ho data lettura in presenza dei testi alla Richiedente la quale a mia domanda lo approvo e confermo sottoscrivendosi coi testi e me Notaio in ogni foglio ai sensi di legge.
Scritto di mia mano sopra cinque fogli di carta da lire otto per facciate intere diciotto e linee tredici di questa.
Chiuso e sottoscritto alle ore 19.50 (ore diciannove e cinquanta minuti).