Cittadella della cultura a Palazzo Boldrin
Grazie al generoso lascito di Brunetto Boldrin (1876-1941), la Biblioteca Comunale fu trasferita nel suo palazzo sito nella centralissima via Conti nel 1943.
Nel 1972 le raccolte librarie furono collocate al piano nobile dell’edificio.
Al principio degli anni Ottanta la biblioteca venne totalmente risistemata e intitolata ufficialmente a don Gaetano Baccari (1752-1839), intellettuale di spicco nella Lendinara di fine Settecento, interessato alla diffusione della cultura e appassionato bibliofilo.
Il nucleo originario della biblioteca, costituito da circa 7.000 volumi, e´ formato proprio dai libri che don Baccari raccolse e dono´ alla cittadinanza agli inizi dell’Ottocento. Incunaboli, cinquecentine, libri antichi e libri moderni, conferiscono alle raccolte un aspetto eclettico e suggestivo, da cui discendono compiti di conservazione e valorizzazione dei fondi antichi, e di impulso alla pubblica lettura con campagne mirate di acquisti.
Dal 1990 e´ stato trasferito nei locali di pianterreno del palazzo l’Archivio storico del Comune, riordinato e inventariato: circa 4.000 pezzi tra registri, atlanti di proprietà, fascicoli amministrativi, che costituiscono una miniera di notizie sulla storia locale.
Assieme all’archivio storico comunale sempre nel corso degli anni Novanta sono stati acquisiti su comodato della Regione del Veneto altri importanti archivi di natura privata che nel corso dell’Ottocento erano confluiti presso una nobile famiglia cittadina.
Fra di loro spicca per importanza per la storia padovana l’archivio della famiglia De Lazara (documenti dal XII al XIX secolo) e quello Malmignati per Lendinara.
Da circa 20 anni poi è confluito in biblioteca l’archivio di Giuseppe Marchiori (1901-1982), critico d’arte moderna fra i piu` raffinati del Novecento Italiano. Nei sessanta faldoni del suo archivio si conservano i carteggi con Saba, Morandi, Licini, Birolli e altri artisti e letterati d’Italia e d’Europa, che offrono una preziosa finestra sull’arte italiana ed europea del XX secolo.
Nella sua continua evoluzione, tesa soprattutto ad incrementare le testimonianze e la ricerca sulla storia locale e i servizi all’utenza, l’Istituto approda nel primo decennio del Duemila alla Cittadella della cultura, promovendo un piano accresciuto ed integrato della disposizione delle raccolte librarie ed archivistiche nel palazzo e nelle dipendenze, facendo nel contempo spazio ad una proposta mussale (il Museo del Risorgimento in Polesine) che riprende l’impegno civile e politico del territorio polesano e soprattutto di due prestigiose figure del Risorgimento nazionale: Alberto Mario (1825-1883) e Jessie White (1841-1907).
Palazzo Malmignati-Conti-Boldrin
Dimora di Mecenati delle Arti
Palazzo Boldrin e´ uno dei palazzi storici di Lendinara, sito sulla sinistra dell’Adigetto, con in faccia la mole della chiesa di san Biagio.
Venne costruito nella prima meta´ del Cinquecento dal cavaliere della Serenissima Vincenzo Malmignati, una delle piu´ interessanti figure del Cinquecento lendinarese.
Piu´ volte Regolatore del comune, promotore e primo presidente del Consorzio Valdentro, commissario per l’erezione del Santuario della Madonna del Pilastrello, il Malmignati si distinse nelle istituzioni locali e nei rapporti esterni per mecenatismo e nobilta´ .
L’edificio, in stile ferrarese, conserva il prospetto originale, distribuito su due ordini.
Il registro inferiore e´ caratterizzato da un alto zoccolo e dal portale centinato, sormontato dallo stemma di famiglia.
L’ordine superiore, delimitato dal cornicione dentellato e da una cornice marcapiano, e´ dotato di una classica loggia in marmo con poggiolo a balaustra; quest’ultima reca due stemmi di famiglia sui pennacchi e l’incisione del nome del committente sull’architrave.
La facciata era decorata da magnifici affreschi, che vennero attribuiti a G. B. Zelotti, allievo del Veronese.
Attualmente sono in gran parte scialbati. Dai pochi lacerti sopravvissuti, e seguendo le testimonianze di fine Settecento, si riconoscono quattro grandi figure femminili (simboleggianti le stagioni) e il fregio superiore con putti e animali.
Il palazzo passò dai Malmignati pass0´ alla nobile famiglia Conti, che vi fece costruire accanto a meta´ Seicento un palazzo gemello ristrutturato nel 1772 che al primo e´ unito e armonizzato dal cornicione continuo a mensoloni.
Il palazzo fu abitato anche dal poeta Giovan Battista Conti, che si guadagno´ fama in Italia e Spagna per una ispirata traduzione di poesie castigliane.
Il palazzo pervenne poi in proprietà alla famiglia Boldrin. Nel 1941 Brunetto Boldrin lascio´ in eredita´ il palazzo ad un Ente Morale (riconosciuto con decreto 3 giugno 1955) con finalità di assistenza e di divulgazione della cultura.
Nelle sue sale venne trasferita da Palazzo Perolari la Biblioteca Comunale nel 1943.
Mappa dei servizi della Cittadella della Cultura